Il nostro bisogno di consolazione

Dimensioni parallele….quando le parole d’altri sembrano esprimere te…

sguardiepercorsi

Torno a casa nell’aria fresca, sotto un cielo terso blu cobalto che si avvia verso il blu oltremare. Scendo dall’autobus un paio di fermate prima della mia per fare due passi e lasciar decantare la giornata. Mi prendo un po’ di tempo per godermi il cielo.
Cammino piano, e lascio entrare le sensazioni.
Un barista fuma la sua sigaretta appoggiato al muro con lo sguardo immerso nei fatti suoi, ragazze in minigonna si avviano allegre verso la loro serata, un uomo con la cravatta allentata e l’aria stanca cammina facendo dondolare la sua borsa e forse anche i pensieri.
Ci incrociamo per un attimo, passanti sconosciuti.
Cammino e respiro, e ad ogni passo un pezzetto di fatica rimane sul marciapiede alle mie spalle. Perché oggi è stata una giornata un po’ storta, arrivata così, senza un motivo preciso, senza una causa scatenante. Succede. Succede che un giorno ti senti triste…

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Stasera baro coi tempi

Francesco Nigri

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Stasera baro coi tempi e ti bacio
perchè qui non potrai eluderti ancora
qui si ferma il tempo e ti stanzia in braccia
mantata a me d’ogni estate che fuggi

E allora salto l’autunno e le foglie
qui l’inverno è un calore che si danza
e il freddo di cui si veste la notte
è la tua bocca umida che si spande

La sento la sento qui nel mio sguardo
le tue colline vogliono il mio mare
delle onde alte che immergono gli scogli
e il suo profumo è nudo ad ogni lana

Vivrai ora la stagione che saliva
quella che scotona le chiome a pelle
quella dell’afa spenta in ceppo acceso
quella del vento che sbriglia l’attimo

Ti bacio di barare a fine agosto
e il tuo sapore è una vela salmastra
rispiegata a te più che al mio timone
e nella spuma è tutto il tuo volerlo

francesconigri©31.08.2013

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Faccio l’amore con me.

Ho cambiato casa. Anzi…non proprio…abito in una terra di mezzo, per qualche mese, per sperimentare fiducia nella mia capacità di lasciarmi andare alle cose che accadono, alle emozioni che finalmente riprendono spazio nei miei giorni, nella mia pancia. Un luogo non mio, non suo. Dal quale poter scappare, se utile, se necessario. L’ho proposto e voluto io, chi si allontana per mille e un impegno è lui. Sorrido. Osservo e in fin dei conti vedo me, sempre pronta ad andar via, a non stare, per mille e un motivo. 

Intanto, in questa casetta, al bordo di un paesino, dentro la quale c’è giusto l’essenziale e forse neppure, con un minuscolo balcone tra foglie di fico e cielo trapunto di stelle, incredibilmente io sto. Sto. Con quel che c’è e con quel, chi, non c’è.

In questo luogo di nessuno, senza memoria, con un punto di domanda sul futuro, sono ‘a casa’. Mi spoglio dagli orpelli e resto me. Mi spoglio questa sera e, protetta dal poderoso fogliame del fico, resto nuda sotto il cielo ad amare la Vita che potente vive in me.

Credo.

ImmagineCredo.

Credo nell’amore che sgorga come una cascata dalla roccia e
si espande nel mondo.
Credo nell’amore che si dona come le messi mature.
Credo nell’amore che non soffoca l’altro ma lo lascia libero.
Credo nell’amore che sgorga dal profondo, fluido e disponibile.
Credo nell’amore che sa comprendere e perdonare.
Credo nell’amore che rispetta la propria unicità.
Credo nell’amore che non recrimina ciò che ha dato.
Credo nell’amore in connessione con la propria anima ..

Simona Oberhammer – La Via Femminile

E’ nostra piccola vita, è nostro grande cuore. (Tonino Carotone).

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Tutti pensano di essere grandi amatori, ma la realtà è che non amano affatto.Stanno solo fuggendo, stanno solo cercando di evitare un coinvolgimento profondo perché con un coinvolgimento di questo genere ci sono dei problemi da affrontare e il dolore che si prova è tanto.Di conseguenza la gente cerca semplicemente di andare sul sicuro e non vuole andare troppo in profondità con nessuno.Se vai troppo in profondità, potresti non essere in grado di tornare indietro facilmente.E se vai in profondità con qualcuno, anche l’altro andrà in profondità dentro di te;  va tutto in proporzione.Se vado in profondità dentro di te,l’unica possibilità è quella di permettere anche a te di raggiungere la stessa profondità dentro di me.E’ un dare e ricevere, è una condivisione. Se rimani troppo impegolato, sarà troppo difficile e doloroso andare via.La gente impara come andare sul sicuro: lascia che si incontrino solo le superfici.Le storie d’amore sono niente altro che un prendi e fuggi. Prima di essere afferrato, scappa. Questo è ciò che accade nel mondo moderno.La gente è diventata infantile, puerile; sta perdendo tutta la sua maturità.Diventi maturo solo quando sei pronto ad affrontare il dolore del tuo essere; la maturità arriva solo quando sei pronto a raccogliere la sfida.E non c’è più grande sfida dell’amore.Vivere felici con un’altra persona è la sfida più grande che esista. E’ facilissimo vivere in pace da soli, ma è molto difficile vivere in pace con qualcun altro, perché sono due mondi che si incontrano e si scontrano…e sono mondi completamente diversi. Sono attratti l’uno dall’altro proprio perché sono completamente diversi, quasi diametralmente opposti.E’ molto difficile avere pace in una relazione, ma la sfida è proprio questa. Se la eviti, stai anche evitando la maturità.Se entri nella relazione e,seppur con tutto il suo dolore, ci rimani,pian piano il dolore diventa un estasi, la maledizione diventa benedizione.A poco a poco, attraverso il conflitto, l’attrito, nasce la cristallizzazione. Attraverso la lotta diventi più consapevole.L’altro diventa uno specchio per te; in lui puoi vedere la tua bruttezza. L’altro stimola il tuo inconscio, lo porta in superficie.Devi arrivare a conoscere tutte le parti nascoste del tuo essere e il modo più semplice è quello di farti rispecchiare, riflettere, in una relazione.Lo chiamo il modo più semplice, perché non ce n’è un altro,ma in realtà è difficile. Ed è difficile, arduo, perché in questo processo dovrai cambiare.Tratto da : Osho,Dang Dang Doko Dang #8

Così.

Goccedisabbia's Blog

Mi sono stancata di me. Come quando finisce l’inverno e proprio non se ne può più degli abiti pesanti. Come di un tavolino che intralcia la camera e ci si deve sempre fare il giro intorno per andare dall’altra parte o sedersi sul divano. Come il cassetto colmo di biglietti di viaggio, fiori essiccati, appunti, ricevute di ristoranti o hotel, ingressi di musei o teatri, come tutte quelle cose alle quali ci si  illude di poter agganciare un’emozione, un ricordo mentre infine solo ingombrano un cassetto che sarebbe così bello da aprire e trovare semplicemente vuoto.

Sono stanca dei pensieri che sembrano aprire infiniti sentieri ed infine poi non portare a nulla. Sono così stanca delle mie parole che si, son tante e a ben vedere sempre le stesse, che è inutile ripeterle ancora. E ben vorrei, se solo ne fossi capace, stare zitta, proprio zitta,e solo guardare.

 

Mi…

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Qui, ora.

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Recentemente stanchina. Saltuariamente confusa. Regolarmente in protezione. Sistematicamente felice.

…si può scrivere su un blog quando si è felici? Sì, forse sì.

Un abbraccio grato a chi, nonostante il silenzio, mi ha letto ancora.

Namasté per te :).

L’amore romantico non è un lucchetto

 

Illustrazione di Marco Cazzato

Agli ossessivi, agli stalker, ai persecutori d’altri e di se stessi non farebbe male riflettere su quel che scrive Tony De Mello a pagina 59 del suo longseller «Messaggio per un’aquila che si crede un pollo» (ma il titolo originale è Awareness, Consapevolezza). «Noi non proviamo dolore quando perdiamo qualcosa a cui abbiamo concesso la libertà e che non abbiamo mai tentato di possedere. Il dolore è sintomo del fatto che ho condizionato la mia felicità a questa cosa o a questa persona». Cioè, rigirando i verbi al positivo, noi proviamo dolore quando perdiamo qualcosa o qualcuno a cui non abbiamo concesso la libertà. Qualcosa o qualcuno che abbiamo tentato di possedere.

Eppure poeti e cantanti ci inculcano che l’amore è possesso e la perdita del bene amato una mutilazione. A scuola, in famiglia e fra amici è grosso modo questa l’educazione sentimentale che abbiamo ricevuto. Siamo arrivati a identificare l’amore romantico con un lucchetto, simbolo di chiusura ermetica. Ci hanno insegnato a dipendere emotivamente dagli altri e a convincerci che la dipendenza generi felicità. Invece innesca paura della perdita. E dove c’è paura non c’è amore, perché l’amore vero non conosce condizioni, pretese, aspettative. Scrive De Mello: «Come potete dire che mi amate, se avete bisogno di me per la vostra felicità?».

Sono parole che fanno il contropelo a convincimenti indotti e ormai acquisiti. Ma prima che il cervello ci spinga a cestinarle come l’ennesima bizzarria new age, dovremmo provare a fare silenzio dentro di noi e ad ascoltarle davvero. Potremmo scoprire che contengono una verità talmente profonda da incutere dapprima smarrimento e poi euforia. Ci si può rassegnare a una vita mutilata e mediocre, intrisa di vittimismi e appoggiata alle proprie debolezze, che attireranno nuove iatture e recriminazioni. Ma si può anche fare la scelta opposta e diventare consapevoli della propria forza, condizione indispensabile per attrarre le persone e le cose giuste per noi. Basta svegliarsi. Acquisire consapevolezza di sé. Gli uomini si domandano se esista una vita dopo la morte. Ma la domanda che dovrebbero farsi – dice De Mello – è se esista una vita prima della morte. E cominciare a viverla, finalmente. Buona Pasqua. 

[di M. Gramellini – da La Stampa del 31/03/2012]

A giudicare dalla quiete di oggi, quella che mi rimane qualsiasi cosa accada, credo proprio che ‘sta roba qua sopra sia profondamente vera. Certo, non mi è appartenuta da sempre, ma a forza di osservare quel che mi faceva – e fa –  star male, sono arrivata alla stesse conclusioni. Perché concedersi l’amare è la più grande libertà, e semplicità,  che si possa sperimentare. Almeno per me. 

 

 

 

Il dilemma

Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un’antica usanza
che suole aver la gente.

(Il dilemma – G. Gaber)

…..ma è usanza che si può modificare :).

[un capolavoro]