Brulicano le parole da voler dire sulle labbra, deviano frementi sulla punta delle dita, evaporano piccole e mute sui tasti.
Resta un sottofondo fresco che sa di musica del bosco al risveglio delle prime luci del mattino. Che altro c’è da aggiungere?
Al silenzio segue qualcosa di sacro. Questo è. Il silenzio riporta al centro e poi tutto d’un tratto ti fa esplodere nel cielo. Occhi nell’azzurro, stupiti, rasserenati, vivi. Con occhi che si staccano e vivono di sé, puoi permetterti di osservare qualsiasi cosa. A volte con struggimento, altre con rabbia, oppure ancora con dolore. Puoi farti far male e salvarti ancora. Puoi rompere il ciclo, il ripetersi uguale con occasioni diverse, puoi smettere di fuggire per poi ritornare come prima.
A me disarma la tenerezza. Null’altro. Neppure l’amore, da solo, può tanto. Neppure il desiderio, di sè, dell’altro, della vita, che pure mi sbatte al muro e lascia senza fiato. Non le promesse, non i doni, certo non le parole.
Le braccia cadono verso il basso senza forza, la bocca dello stomaco sembra immergersi nel vuoto, il ventre diventa morbido, penso :’vorrei fuggire’ e invece sto, con quel che c’è. Mollo. Una foglia nel fiume. Mi dicono che sembro diversa…e io dico che mi sento finalmente uguale a tutti. Se tanto silenzio imposto, da troppo e troppi, valeva questa scoperta, bene, ne è sicuramente valsa la pena. Tenerezza. E io divento primavera.
(Grazie a Papa Francesco e al suo richiamo. Da non credente, l’ho apprezzato molto).
A me disarma la tenerezza.
Credo sia così per tutti, la tenerezza disarma, non credi?
E disarmarsi….che bellezza….che sollievo…
🙂
Credo che disarmi anche gli altri, si.
Disarma la tenerezza che leggo negli occhi degli altri.