Rileggendo, me.

Sono triste. Ormai parlo come i bambini: sono stanca, sono dispiaciuta, sono allegra e così via. Loro non sanno cercare, e neppure gli interessa, il perchè. Prendono atto di un bisogno, di una stato di sè e te lo buttano lì. Io invece so farmi domande, scavare risposte, buttarle via e ancora cercare.

I bambini non hanno bisogno di cercare i perché, loro hanno tutte le risposte in sé, ma le stanno dimenticando man mano che crescono, assieme ai perché. Se parli come i bambini è una delle cose più belle che ti possono accadere: lasciati parlare, lasciati ascoltare, il bambino che è in me sta facendo salti di gioia.

Eppure.Sono regredita, per certi aspetti. Taglio via alcuni percorsi, che pure conosco, e mi acchiappo così al volo, con affermazioni che indignano pure me. Sono triste, dicevo, così tanto che mi basterebbe esserlo la metà per affermarlo con uguale verità. Domani si sposa mio fratello e non so scrollare questa tristezza da me. Lui è felice, lei è meravigliosa, ha saputo tirar fuori tutto il bello di questo mio fratellino di 40 anni ombroso e silenzioso. La mia famiglia, dopo un anno tremendo, si ritroverà a festeggiare, commuoversi, ridere e brindare finalmente con leggerezza. Sono felice e grata per questo matrimonio. Che accade, allora? Io non lo so.  Mi sento in difficoltà. Questo stato d'animo mi fa sentire in colpa, inadeguata, fuori misura, incomprensibile. Sbagliata. Da liquidare con un: ma di che ti lamenti? Infatti scrivo, invece che  parlare. Così mi liquido da me, commenti bloccati, perché mi sentirei ancora più a disagio nell'esser consolata.

Si sposa mio fratello, si sposa una parte di me, si sposa con una donna che gli ha tirato fuori le migliori risorse, la sua bellezza rimasta un po' in ombra, la sua musica rimasta annegata in troppo silenzio. La tua musica è la mia musica, fratello mio, perché la mia non la sento; com'è che la festa correva verso me ad abbracciare te, solo te? In me rimane una fetta di lutto che non ho mangiato in tempo, adesso è acida, indigesta, mi mette in difficoltà, mi rende aliena a me stessa. Se fossi sbagliata direi che sbaglio, se fossi inadeguata direi che mi occorre una taglia di felicità più grande perché questa non mi entra, se fossi incomprensibile scriverei geroglifici nella nebbia, se fossi liquida defluirei via senza un lamento, assorbita dalla terra, incontro alle radici. Se fossi a disagio mi nasconderei dietro il mio grido di aiuto e leccherei il mio orgoglio ferito, inconsolabile. 

Questa tristezza non la metto via. La porterò con me, domani. Sotto i sorrisi, sopra i tacchi. Ho voglia di tutto ciò che mi appartiene, che è mio, condiviso o meno, giusto o sbagliato, semplice o complesso, leggero o faticoso.  Chissà…forse del matrimonio mi smuove lo scegliersi, lo scegliere un altro da sè per un fine condiviso, l'affidarsi. Forse mi smuove che io, pur avendo sempre scelto gli altri,  ancora non sappia aver la fiducia per scegliere me. Scelgo, ma non mi scelgo [ma che è lo scrivere??arrivano possibili risposte come lampi nella notte estiva] .

Ho deciso di non potare la vigna questa primavera, porterò i lungi tralci con me, ne adornerò il corpo, ne farò seduzione che mi cammina a fianco, ho voglia di essere intera, integra, intensa; tutto di me con me… faticoso? Eviterò le salite! Eviterò lo scegliersi, l'erta impossibile dell'essere scelta. Mai mi lascerò chiudere le ali in un abbraccio, come potrei volare con ali non mie? Quando sono triste voglio ritrovare solo me stessa, per vedermi ancora e scartarmi ancora, mentre il cuore si fa stretto stretto sopra quei tacchi che dicono di me qualche bugia di troppo.

Lo scrivere è un leggere bambino che cerca compagni di gioco.
 
[in rosso la rilettura di una persona sconosciuta ad un mio post ricevuta per messaggio privato e, con il suo consenso, pubblicata. taglio solo la frase finale, i saluti e la firma.la rilettura è decisamente più ben scritta e significativa del post stesso :)]

 

4 Pensieri su &Idquo;Rileggendo, me.

  1. sconosciuti che parlano di nulla
    anime vaganti dentro il sorriso degli altri
    quando non lo trovano, sostano
    e provano a parlare di tutto pur di riaccenderlo
    raro che ci riescano
    ma quando accade
    sorridono anch'essi
    e sono un po' meno sconosciuti a se stessi
    grazie

  2. sconosciuti che parlano di nulla
    anime vaganti dentro il sorriso degli altri
    quando non lo trovano, sostano
    e provano a parlare di tutto pur di riaccenderlo
    raro che ci riescano
    ma quando accade
    sorridono anch'essi
    e sono un po' meno sconosciuti a se stessi
    grazie

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